Marzia Camarda – Editor e imprenditrice culturale, organizzatrice di The Publishing Fair

Marzia Camarda – Editor e imprenditrice culturale, organizzatrice di The Publishing Fair

Passione al cubo. È questo l’unico ritratto possibile di Marzia Camarda, editor e imprenditrice culturale. La sua vocazione per i libri si è trasformata in una ragione di vita e nel 2005 ha fondato Verba Volant, agenzia di servizi per gli editori. Poliedrica e infaticabile, è anche consigliere di indirizzo del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, consigliere di Piccolindustria dell’Unione Industriale di Torino e membro del Comitato esecutivo nazionale di Federmanager Gruppo Giovani. Le sue qualità indiscusse non sono passate inosservate: nel 2012 le è stato conferito il premio Mela d’oro Marisa Bellisario Giovani Talenti e nel 2013 il premio Gammadonna. L’ultima sua sfida si chiama The Publishing Fair e ha il patrocinio del Parlamento Europeo. Di cosa si tratta? Della prima fiera nazionale dedicata all’editoria intesa come professione, impresa, industria. Dal 22 al 24 novembre gli spazi di Copernico Torino Garibaldi in corso Valdocco 2 ospitano workshop, conferenze e momenti di incontro tra la domanda e l’offerta per creare nuove opportunità di business tra le imprese del settore.

The Publishing Fair è un format nuovo per l’Italia: di cosa si tratta?

“È il primo evento nazionale dedicato ai professionisti dell’editoria che, con un fatturato di 3,2 miliardi all’anno, rappresenta il primo comparto culturale italiano. Alla filiera appartengono quasi 5.000 editori, le cartiere, le aziende di software e molti altri settori. Un mondo mai raccontato e che The Publishing Fair vuol far conoscere. La tre giorni si rivolge ai professionisti e si fonda su due cardini: la formazione, intesa come aggiornamento su tutti i temi della filiera inclusi l’intelligenza artificiale, la tecnologia, il ruolo manageriale, e il B2B. L’evento, infatti, è destinato anche agli studi editoriali e ai freelance, spesso sottovalutati sebbene preziosi per il nostro settore”.

Quali obiettivi vi siete prefissati?

“Lorenzo Armando e io, ideatori di questo happening, desideriamo diffondere l’alta formazione in modo che gli operatori della conoscenza, sia chi lavora in staff sia i liberi professionisti, siano preparati sotto tutti i punti di vista, incluso quello tecnologico. L’information technology ha infatti un valore fondamentale nel nostro ambito. L’editoria, poi, abbraccia diversi mondi perché la parola scritta è usata da tutti – avvocati, medici, scienziati – e avere persone competenti con specificità ad hoc è basilare. Poiché il 60% dei libri è prodotto in Europa, durante l’ultima edizione della Frankfurter Buchmesse, la fiera del libro più importante del mondo, abbiamo preso accordi con Germania, Spagna e Francia per costruire un network dedicato all’innovazione in ambito editoriale in modo da portare anche nel nostro Paese il know-how di aziende internazionali ed esportare il nostro. Un altro obiettivo che ci siamo prefissati è far incontrare la domanda e l’offerta così da individuare chi sono i protagonisti del comparto: i servizi editoriali, gli editori, i traduttori, i grafici, chi si occupa di IT e molti altri. Questo perché diverse case editrici hanno esternalizzato il lavoro, ma chi lo fa concretamente spesso non è tracciato”.

Qual è il target dell’evento?

The Publishing Fair è aperta a tutti i professionisti dell’editoria, che sono il target principale, ma anche agli studenti che vogliono affrontare la carriera editoriale: questo perché in realtà l’editoria è un settore molto attraente, ma sono poche le persone che sanno esattamente di che cosa si tratti, a meno che non siano operino già nel settore. Il focus di TPF è sulla non fiction, che occupa i due terzi del mercato e riguarda i libri illustrati, quelli scolastici, i dizionari e tutto ciò che non si riferisce alla narrativa: è la parte del settore che vale due terzi del fatturato, ma paradossalmente è anche quella meno conosciuta”.

Ci presenta alcuni dei relatori?

“La risposta alla partecipazione è stata oltre ogni aspettativa: abbiamo infatti 107 relatori tra italiani e internazionali, tutti esponenti delle aziende e case editrici più importanti. C’è veramente l’imbarazzo della scelta: per menzionarne solo alcuni, il 22 novembre lo spagnolo José Manuel Anta, Presidente dell’International Publishing Distribution Association, spiega le dinamiche della distribuzione (tema spinosissimo per gli editori) mentre Emilia Terragni, Direttore Editoriale della casa editrice Phaidon (una delle case editrici d’arte più trendy del mondo), racconta come vengono scelti i temi dei libri haute de gamme di architettura, design e cibo che producono. Sabato si tiene anche una sessione di incontro tra editori e parlamentari per confrontarsi sulla legge sul libro scolastico e su una nuova legge per introdurre la diversity nei libri di testo. Tra gli ospiti di The Publishing Fair anche Audible, azienda di Amazon, che racconterà delle figure professionali che mancano nel mondo degli audiolibri, e la startup torinese Indexact, che produce indici analitici estratti con l’intelligenza artificiale: sono due esempi di come The Publishing Fair parli del futuro del lavoro nel nostro settore”.

Quanti sono gli editori che partecipano?

“Abbiamo coinvolto 32 editori, 30 aziende del settore e 14 enti: dalla Fondazione Marisa Bellisario al Polo del ‘900, dalla Fondazione Santagata all’Università di Torino e al Politecnico, per progetti concreti che valorizzino il territorio e il comparto. Ed è solo l’inizio”.

Lei è AD di Verba Volant. Un altro progetto di successo

“L’azienda è stata fondata 14 anni fa da me, insieme a Sonia Sola ed Elisa Bonazza. Siamo tre donne che hanno sempre creduto nella collaborazione e che hanno inserito nel team professionisti di alto livello. L’organico è in gran parte femminile e, contrariamente agli stereotipi, c’è una grande armonia. Nel tempo la società è cresciuta e ha decuplicato il fatturato: un segno del fatto che il benessere interno genera sempre risultati tangibili. Stiamo facendo investimenti significativi in diversi ambiti, tra cui l’intelligenza artificale e, in fondo, The Publishing Fair è nata proprio dalla competenza maturata da Verba Volant nel nostro settore, unita a quella di Lexis, la Compagnia Editoriale di Lorenzo Armando: un altro segno del fatto che con la collaborazione e la circolazione di competenze si raggiungono risultati inimmaginabili”.

Torino per lei è?

“Il miglior laboratorio possibile. È sfidante, ma anche stimolante. Inoltre qui si costruiscono relazioni forti che durano nel tempo e sono arricchenti: sicuramente senza le relazioni di fiducia e collaborazione costruite negli anni non sarei arrivata sino a qui”.

Un ricordo legato alla città?

“La mia in realtà è un’immagine. Pratico diversi sport e da qualche tempo mi dedico anche al canottaggio. Mi piace attraversare il fiume passando per il centro di Torino, osservando la città da un punto di vista inedito. Qui c’è silenzio, il traffico è lontano, il panorama cambia in funzione della stagione e si adatta perfettamente con i ponti e con il Castello del Valentino. Ammirare l’integrazione armoniosa tra la natura e il paesaggio antropico mi suscita sempre una forte emozione”.

Coordinamento: Carole Allamandi

Intervista: Barbara Odetto

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