Valentina Vallinotto – Founder di v-adventures: viaggi tailor made alla scoperta dell’Africa

Valentina Vallinotto – Founder di v-adventures: viaggi tailor made alla scoperta dell’Africa

Torino, New York, Africa, mondo. Questo, in tappe, il recap della vita di Valentina Vallinotto che dal capoluogo piemontese ha fatto uno “scatto” in altre direzioni. Sebbene apparentemente il suo imprinting sia diverso da quello degli altri protagonisti di ScattoTorino, la abbiamo scelta perché il legame con la città di nascita è sempre forte e perché lei, con v-adventures, porta il savoir faire e lo stile sabaudo nei tour che organizza nel mondo. Laureata in ingegneria al Politecnico di Torino e una carriera avviata come manager presso Google, Valentina ha sempre avuto una vocazione cosmopolita. Con un amore globetrotter che vedeva tra un viaggio e l’altro e l’Africa nel cuore, si è trasferita negli Stati Uniti per seguire il marito ed ha aperto un Tour Operator che oggi è un punto di riferimento per coloro che vogliono scoprire il “continente nero” in maniera vera, completa, appassionante e avventurosa.

Quando ha deciso di fondare v-adventures e per quale ragione?

“Ho colto il famoso attimo fuggente. Quando mi sono trasferita negli States ho abbandonato il lavoro che avevo in Italia ed ho deciso di trasformare il mio amore per l’Africa e la conoscenza che avevo di questo Paese in un’attività. Con Antonio Brizzo, mio marito, abbiamo fatto tante vacanze organizzate da noi e siamo stati spesso in questo continente così ricco di fascino e suggestione. Ho studiato i competitor per capire quale fosse la domanda e quale l’offerta ed è nata v-adventures, un’agenzia specializzata in viaggi tailor made all’insegna dell’avventura e della sicurezza”.

Quali sono i plus che caratterizzano le esperienze di viaggio che proponete?

“Mettiamo la nostra esperienza al servizio del cliente per rendere il soggiorno indimenticabile. L’Africa è affascinante, ma è anche ricca di criticità che non devono essere trascurate quando si organizza un safari o una vacanza in questo Paese. Noi di v-adventures abbiamo esperienza, conosciamo i luoghi e lavoriamo con fornitori locali selezionati con cura. I veicoli che utilizziamo nei self-drive sono altamente affidabili, hanno il GPS e il telefono satellitare a bordo, e vengono controllati prima di ogni partenza così come l’itinerario che è studiato nel dettaglio perché la logistica, in questo continente, è fondamentale. I nostri safari non sono quelli classici, ma vengono customizzati in base alle esigenze del cliente, al luogo da visitare e alla stagione. Molti, ad esempio, scelgono la tenda e il self-drive anziché il lodge e la guida. Dobbiamo quindi segnalare le piste da seguire, dove fare rifornimento di carburante, cibo e acqua, dove è possibile trovare un bancomat o un campeggio e a che ora fermarsi per allestire il campo. In Africa, infatti, il tempo è legato al sole e la notte non è un buon momento per avventurarsi da soli. Per noi è fondamentale organizzare un itinerario indimenticabile, ma anche sicuro. Per questo effettuiamo un’analisi preventiva dei rischi, ci avvaliamo di compagnie assicurative affidabili, tra i fornitori abbiamo società di soccorso aereo e, soprattutto, prepariamo le persone al viaggio. Ad esempio, chi non ha mai guidato un fuoristrada prima deve seguire un corso di guida offroad”.

Quali tipi di turisti si rivolgono a voi?

“Chi sceglie questo tipo di esperienza ha spirito di avventura e voglia di scoprire; è una persona che ama la natura e la rispetta. La clientela è eterogenea: dalle coppie ai piccoli gruppi di amici alle le famiglie, da chi vuole avere tutti i confort e sceglie i lodge più esclusivi a chi opta per un itinerario all’insegna della libertà. In questo caso è il committente che guida il fuoristrada, che prepara il campo e che vive la vacanza in autonomia, ma sempre monitorato da noi. Alcuni amano dormire in tenda, ma preferiscono che il campo sia allestito dal nostro staff e/o desiderano avere un cuoco, altri ancora preferiscono alternare le tratte in auto con voli charter. I nostri clienti hanno un’età che in genere va dai 40 anni in su. Abbiamo molti over 60 che, non lavorando più, possono permettersi di partire in qualsiasi momento dell’anno, cogliendo la stagione migliore per i safari”.

Le mete firmate v-adventures riguardano l’Africa: ce ne presenta alcune?

“Siamo specializzati nei viaggi in Africa e le principali destinazioni che proponiamo sono Botswana, Namibia, Sudafrica, Tanzania e Zimbabwe. Organizziamo però anche viaggi negli Stati Uniti, in Sud America, in Europa e ovunque ci sia voglia di avventura, all’insegna della sicurezza”.

Un suo ricordo legato all’Africa?

“In realtà sono due. Durante il nostro viaggio di nozze stavamo facendo un safari in Botswana. Era poco dopo il tramonto e un gruppo di leonesse dormiva con i propri cuccioli. Ad un certo punto hanno percepito l’arrivo di alcune giraffe. I cuccioli sono magicamente spariti e le leonesse si sono preparate ad attaccare. È scattata l’azione e in un attimo le giraffe sono fuggite, senza che le leonesse riuscissero a catturarle. In Africa solo il 20% degli attacchi dei leoni ha successo e la vita per loro è davvero difficile. Il ciclo di vita, in quei luoghi, ha un valore fondamentale che spesso noi dimentichiamo. Un altro ricordo riguarda una ragazzina che, mentre osservavo dei fenicotteri in un luogo meraviglioso, mi si è avvicinata per vendere dei braccialetti colorati fatti da loro. Lei ha visto quello che io avevo al braccio, per me un monile di poco valore, sembrava le piacesse e così glielo ho regalato. Il giorno dopo è tornata, percorrendo a piedi molti chilometri, per donarmi un anello. Era il suo modo di ringraziarmi per quel piccolo gesto che avevo compiuto. Quell’immagine è indelebile nel mio cuore”.

Cosa ha imparato dall’Africa?

“Ho riscoperto il ciclo della vita, che passa anche attraverso la morte e che spesso noi occidentali non vogliamo accettare. Ho capito quanto la natura abbia un equilibrio delicato che si può spezzare velocemente. Ho imparato che è la luce che detta legge e che le persone hanno un cuore ricco di amore per gli altri. Per me l’Africa è web detox e mi ricorda che per stare bene non ho bisogno di internet, ma di acqua e cibo e legna per fare un fuoco”.

Un consiglio o un suggerimento per chi sceglie un tour in Africa?

“L’avventura ha in sé una percentuale di rischio, che con la nostra esperienza a v-adventures sappiamo come evitare, creando itinerari sicuri per la massima soddisfazione dei nostri clienti. Parte del nostro lavoro è anche preparare emotivamente il cliente perché sia in grado di affrontare le contingenti e imprevedibili situazioni in cui si può trovare. I nostri percorsi sono studiati nel dettaglio, e i referenti locali sono seri e affidabili, anche se in self-drive, per esempio, può capitare che il camp site sia semplicemente un albero che ombreggia una piccola radura, nel mezzo del nulla, circondato dal wildlife e raggiungibile solo con il GPS. Pur essendo esperti nell’organizzare perfettamente il viaggio e garantire la massima sicurezza, chi lo sceglie deve avere coscienza del tipo di avventura che farà”.

Vive negli States, ma ha un legame con la sua città di nascita. La domanda è d’obbligo: Torino per lei è?

“È sia la mamma che mi ha trasferito il DNA sia la città che mi ha forgiata. L’educazione sabauda, che si basa sul rispetto delle persone, e la signorilità dei modi sono il delta che fanno la differenza ovunque nel mondo. Fanno parte del mio patrimonio genetico e li ho portati con me sia in Africa sia negli Stati Uniti. Il Politecnico, invece, mi ha preparata come professionista e il suo imprinting lo ritrovo in ogni itinerario che organizzo per i clienti: lo analizzo nei dettagli, valuto i rischi e le soluzioni, lo scompongo e ricompongo come facevo da piccola quando smontavo i giochi per studiarli”.

Un ricordo legato alla città?

“In realtà sono tre. Da universitaria, con alcuni amici, sotto i portici del centro vendevo le stelle di Natale e il ricavato era devoluto in beneficenza a favore degli studi sulla leucemia. Le persone erano allegre e si godevano l’atmosfera magica del Natale: quell’immagine mi è rimasta impressa nel cuore. Rammento anche l’orgoglio di essere torinese durante le Olimpiadi invernali del 2006. Amo la montagna e praticando sci alpinismo e mountain bike, da sportiva ero onorata di vedere la mia città protagonista di un evento internazionale di quella portata. Da ultimo l’affetto per la FIAT, l’azienda che ha fatto rinascere l’Italia del dopoguerra e ha portato Torino alla ribalta internazionale nel settore automotive e del business”.

Coordinamento: Carole Allamandi

Intervista: Barbara Odetto

Ph: Tutte le fotografie del servizio sono state scattate da Valentina Vallinotto e Antonio Brizzo durante i loro viaggi in Africa (Botswana, Kenya, Namibia e Tanzania)

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