Jennifer Caodaglio – Organizzatrice di Maze, il festival internazionale di Streetwear e Streetculture

Jennifer Caodaglio – Organizzatrice di Maze, il festival internazionale di Streetwear e Streetculture

Dal 7 al 9 giugno Torino è protagonista di quello che la stampa nazionale ha definito il più innovativo festival di Streetwear e Streetculture in Italia. Si tratta di Maze: tre giorni dedicati alla tendenza cool del momento nei quali il pubblico può partecipare a mostre, talk, contest musicali e sportivi, vedere in anteprima i fashion trend della prossima stagione e assistere gratuitamente alle sfilate, accreditandosi sul sito www.maze.events dove si trova anche il calendario eventi. Contenitori del festival sono Piazzale Valdo Fusi e l’Ex Borsa Valori di Torino: location storiche e affascinanti che diventano epicentro di arte, cultura e moda.
L’ideatrice di Maze è Jennifer Caodaglio, imprenditrice torinese che conosce e vive il mondo della Streetculture e che ha creato un format di successo, giunto alla terza edizione, che si è imposto nel panorama internazionale. ScattoTorino l’ha intervistata perché rappresenta quei giovani che credono e investono con fiducia nella propria città. Il motore del nostro domani.

Presentiamo Maze?

“Il festival, che si tiene a Torino dal 7 al 9 giugno, vuole porre l’accento sulla natura culturale di un movimento in continua espansione, che rischia però di perdere le proprie radici, e che è diverso dal concetto di Hype che imperversa oggi. Maze ha l’obiettivo di rafforzare nel pubblico la consapevolezza di quale sia la vera portata di questa rivoluzione culturale, che trova nello Streetwear una sua manifestazione visuale. Dal punto di vista fashion, questo trend è nato dalla surf and skate culture di Los Angeles tra la fine degli Anni ’70 e l’inizio degli Anni ’80 ed è il mix di diversi stili e approfondimenti culturali: unisce infatti il mondo della West Coast, dello snowboard, della fotografia, della musica sperimentale, del design, ma anche della sub-culture urbana degli Anni ‘80 con i graffiti e l’hip hop. Lo Streetwear e la Streetculture, quindi, non sono fenomeni di massa passeggeri, ma hanno un dato identitario ben definito e radicato che è quello che raccontiamo a Maze con la presenza di ospiti prestigiosi dei diversi ambiti e brand importanti del panorama italiano, europeo e internazionale”.

Un evento di Streetwear e Streetculture a Torino: una sfida?

“La città ha un’anima giovane e coraggiosa, ha uno spirito da pioniere e qui sono sempre nate idee innovative. Maze è un format anomalo per Torino, ma è stato capito e apprezzato sin dalla prima edizione del 2017”.

Un bilancio dei primi due anni di Maze?

“I Torinesi, ma anche i media, hanno sposato la filosofia del festival e reagito positivamente. Nel 2018 abbiamo registrato oltre 6.000 presenze e Maze si è affermato come un punto di riferimento nazionale ed europeo per le diverse anime di questa tendenza. Anche i BtoB brunch organizzati tra le aziende hanno avuto un buon successo, a conferma che lo Streetwear e la Streetculture non sono effimeri o passeggeri, ma un business importante”.

Quali gli ospiti di questa edizione?

“Maze racconta la Streetculture attraverso live performance come quella del sushi artist The Onigiri Art, famoso per aver trasformato la preparazione del sushi in una forma d’arte, e la Custom Art di Calvente. Abbiamo esibizioni ricercate come quelle di HEYGraphic e Square23 sulla Streetart, oppure la mostra fotografica di Enrico Rassu, fotografo ufficiale di musicisti come Luchè, Ernia, Sfera Ebbasta, Tredici Pietro, i Majid Jordan, Baka di OVO Sound. Ci sono diversi talk, incluso uno sul rap come linguaggio d’espressione che vede la partecipazione di tre pesi massimi della scena italiana: Clementino, Willie Peyote e Axos, tre generazioni a confronto. Lo stesso Axos è poi protagonista domenica, con un esclusivo live showcase. Segnalo anche un contest di skate realizzato da Vans e il contest di produzione musicale The Amazing Beat con due giudici d’eccezione: il ballerino e producer di fama internazionale Flockey Ocscor ed il producer Franksativa. Con Italia90, che unisce arte contemporanea e Streetwear, raccontiamo anche il fare, inteso come artigianato, legato alle nuove professioni. Non mancano infine gli aperitivi e gli afterparty musicali a chiusura di ogni giornata”.

Quali brand sfilano a Maze?

“Molti sono marchi che ci seguono dalla prima edizione perché credono nel format e sono soddisfatti del successo del 2017 e del 2018. Venerdì 7 e sabato 8 giugno alle ore 19.00 sfilano Kappa, Mizuno, Pop84; a loro si aggiungono giovani brand italiani come TBD, Nektaryus, Wildbandana, Italia90 accompagnati da marchi europei e internazionali quali Infinite Society, Badge da Taiwan e BLSSD e Lacomedi da Dubai. Il 7 Fred Perry chiude le sfilate presentando la collezione co-ed Autunno-Inverno 2019 con due special guest al femminile: le dj internazionali Nabihah e Cherish Kaya che, oltre a sfilare, si alternano nella sonorizzazione della passerella e animano anche l’official after-show party. Il 7 e 8 giugno dalle ore 19.00 But Not presenta in anteprima a Maze la capsule creata in collaborazione con Lotto. Il brand di streetwear creato nel 2013 da Mirko Sorrentino è un must tra personaggi dello spettacolo e Lil Pump, Maluma, Clementino, Sfera Ebbasta, Tony Effe, Di Maria, Sergio Ramos, Donnaruma, Nainggolan, Daniele Toretto sono solo alcuni che lo scelgono. Alle 21.00 di sabato 8 giugno, in seguito allo slot delle sfilate giornaliere, Bikkembergs è special guest di un fashion show e presenta le collezioni uomo/donna FW19. Alla sfilata segue poi un aftershow curato da Often Torino”.

Qual è il successo di questo format?

“Maze intercetta con cura la tendenza attuale e la racconta in maniera completa: dalla danza alla musica, dal lifestyle alla moda passando per l’arte e per espressioni creative meno conosciute”.

Torino per lei è?

“Il luogo in cui mi riconosco, il punto di incontro di culture e generazioni diverse. È sfidante, perché è lenta da conquistare, ma se riconosce il valore di ciò che si propone, risponde bene ed è fedele nel tempo. È anche la culla della Streetculture italiana: ad esempio qui, negli Anni ’80, nell’ambito della danza è nato il breaking. Sono legata a Torino, che considero creativa e coraggiosa. Molte avventure come la moda sono nate proprio qui”.

Un ricordo legato alla città?

“Più che un ricordo, il mio è un pensiero. Torino è un contenitore di spazi ricchi di storia. Location vuote che possono dare vita a situazioni fantastiche, basta impegnarsi e volerlo. Sono proprio questi contenitori che mi hanno ispirata nel cercare di realizzare un format che avesse la giusta sede”.

Coordinamento: Carole Allamandi

Intervista: Barbara Odetto

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