Esistono eccellenze torinesi che sono l’orgoglio della Città. Tra queste, le Officine Grandi Riparazioni. Il maestoso edificio ottocentesco – situato in una zona strategica di Torino, comprendente la stazione ferroviaria dell’Alta velocità di Porta Susa, il Politecnico, l’Energy Center – era conosciuto da tutti come il polo industriale per la riparazione dei treni. I cambiamenti economici del Paese e del capoluogo piemontese hanno coinvolto però anche le OGR, dismesse negli anni Novanta del secolo scorso e divenute, da allora, un esempio di archeologia industriale. Grazie all’impegno della Fondazione CRT, il 30 luglio 2014 sono iniziate le opere di riqualificazione per dare una nuova vita all’intera struttura: 1.000 giorni di cantiere e 100 milioni di euro investiti dalla Fondazione CRT sono alcuni dei dati più significativi di questo grande intervento urbano. Il 30 settembre 2017 sono state inaugurate le nuove OGR, dopo un intervento di recupero all’insegna dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità ambientale, della memoria storica e dell’accessibilità per tutti.
A un anno dall’apertura, ScattoTorino incontra il Segretario Generale della Fondazione CRT e Direttore Generale delle Officine Grandi Riparazioni Dottor Massimo Lapucci.


Come sono strutturate le nuove OGR di Torino?
“L’area, che si estende complessivamente per 35.000 metri quadrati, comprende l’edificio principale a forma di iconica H e gli spazi all’aperto caratterizzati da due nuove piazze pubbliche: la Corte Est, affacciata su corso Castelfidardo, con opere d’arte open air e la Corte Ovest, su via Borsellino, con l’antica torre dell’acqua e un dehors per i mesi estivi. Le Officine Nord sono dedicate alle arti, alla cultura, alla creatività, con l’area mostre, la Sala Fucine per gli spettacoli dal vivo e il Duomo per conferenze, dibattiti, incontri. Le Officine Sud sono pensate per la ricerca scientifica, tecnologica e industriale, mentre il Transetto ospita Snodo, ovvero l’enogastronomia per tutti dall’alba al tramonto. Dal punto di vista architettonico ed edilizio, i nuovi interventi salvaguardano ovunque la percezione dei grandi volumi e delle altezze, hanno un minimo impatto sull’ambiente originale, sono reversibili e riconoscibili nei nuovi materiali, nei colori, nei dettagli e nella tecnologia. Anche il tema accessibilità ha guidato la riqualificazione: per offrire un servizio di accoglienza in grado di rispondere alle molteplici esigenze dei diversi pubblici, è stato infatti attivato un confronto costruttivo con la Consulta per le Persone in Difficoltà Onlus, che ha portato alla redazione del primo decalogo per la fruibilità degli eventi for all”.
Quale idea ha guidato la rinascita delle OGR?
“Fondazione CRT è da sempre molto impegnata nell’innovazione e nella creazione di valore per la Città. Per questo ho ritenuto che occorresse concentrarsi prima sull’immaginare il futuro della struttura per poter poi realizzare la riqualificazione più adatta alla nuova vita del vasto complesso immobiliare. Bisognava porre le nuove OGR nella condizione di mantenere l’identità storica di Officina, ma facendone il luogo della generazione e rigenerazione delle idee, inserendole in un contesto internazionale. Su queste basi le OGR, oltre a essere il più grande investimento di Fondazione CRT su un unico progetto, sono oggi una delle più rilevanti realtà ispirate ai principi della venture philanthropy in Europa e, coerentemente con la nostra mission, sono in grado di generare un impatto positivo per l’economia del territorio nel suo complesso”.


Come giudica l’intervento che avete realizzato?
“Da un punto di vista progettuale, l’intervento è il risultato di una vision coraggiosa. Una ristrutturazione di massima avrebbe consentito un utilizzo limitato e parziale delle ex Officine, ma ho pensato che si dovesse andare oltre: fare di questa cattedrale della storia industriale di Torino uno dei motori dello sviluppo del territorio. Le OGR sono forse l’unico esempio di riconversione industriale in Europa con tre anime che si integrano tra loro come un ecosistema per lo sviluppo e la crescita del capitale culturale, sociale ed economico del territorio: la promozione della bellezza, della cultura e della conoscenza in campo umanistico; lo sviluppo dell’innovazione, della ricerca e dell’imprenditoria high tech; l’eccellenza enogastronomica volta a valorizzare, in particolare, le produzioni a filiera corta”.
30 settembre 2017-30 settembre 2018. Un bilancio?
“Con circa 200.000 visitatori nel primo anno di vita, le nuove OGR hanno dimostrato di essere profondamente radicate sul territorio, amate sia dai torinesi sia dai turisti che vengono in visita nella nostra Città. A conquistarli non è solo l’architettura originale rigorosamente conservata dell’edificio, ma anche la ricca trama di progetti culturali ex novo, con mostre e concerti di artisti di fama mondiale che confermano la vocazione internazionale delle OGR. Oggi è certo che questo luogo dinamico e di aggregazione è stato capace di attrarre pubblici ampi e trasversali, divenendo anche un motore per lo sviluppo locale.


Intervista: Barbara Odetto
Ph: Per OGR (foto storiche e foto diurna) – Daniele Ratti for OGR
Ph: Per OGR (foto notturna) – Giorgio Perottino/Getty Images for OGR
Ph: Per Massimo Lapucci – Michele d’Ottavio
Ph: Per Massimo Lapucci e OGR prima della riqualificazione – Daniele Ratti