Ginevra Pucci e Stefania Poddighe. Due esperte d’arte, ma soprattutto due donne illuminate autrici di un format che in pochi anni ha conquistato tutti, dagli espositori ai collezionisti al grande pubblico: Flashback. Giunta alla sesta edizione la fiera, che unisce l’arte moderna con quella antica, si tiene al Pala Alpitour di Torino dall’1 al 4 novembre. ScattoTorino ha incontrato Ginevra Pucci per parlare di questa exhibition che ha un approccio totalmente moderno ed è riuscita a svecchiare l’idea comune delle fiere di antiquariato e ad inserirsi con successo nel calendario delle manifestazioni dedicate all’arte contemporanea torinese.
A sinistra:
Adam van Noort – Madonna con Bambino e San Giuseppe – 1580 circa
A destra:
Orazio Gentileschi – Maria Maddalena
Quale è stata la genesi di Flashback?
“L’idea è nata dall’amore per l’arte e da una visione trasversale che intende unire l’espressione artistica antica, moderna e contemporanea. Volevamo far conoscere le opere di un tempo al grande pubblico per renderle meno auliche e più integrate nella nostra quotidianità. Stefania ed io riteniamo infatti che il bello non abbia una datazione e viva per sempre”.
Perché per voi… All art is contemporary?
“Ci siamo basate sull’assunto di De Dominicis secondo il quale le opere d’arte di qualsiasi periodo sono contemporanee dato che la loro fruizione è ora. Lui portava l’esempio della macchina vintage che attraversa la strada: forse perché è vintage tu non ti sposti? Ovviamente ti togli per non essere investito perché la macchina arriva ora, nel tuo presente. Così è anche per l’arte antica e moderna che decidi di fruire adesso e che ti investe con emozioni attuali”.
Flashback 2018 ha un tema: quale?
“L’altrove. Abbiamo preso spunto da un libro degli anni ’70 di Chad Oliver che s’intitola Le rive di un altro mare, tra i primi esempi della corrente afrofuturista. La storia è quella del contatto tra cacciatori occidentali, guide masai, animali e alieni che, alla fine, scoprono il valore universale dell’empatia, al di là delle ovvie distanze. Ed è su questa coincidenza del qui e ora, che poi si esprime pienamente nella fruizione dell’opera d’arte, che si fonda la struttura di Flashback. In una parola, mixité, che è anche il soggetto del wall painting di 60 metri quadrati realizzato appositamente in fiera come immagine guida dell’evento dal giovane street artist Francesco Valeri”.
A sinistra:
Lucio Fontana – Concetto Spaziale, Attesa – 1964/1965
A destra:
Aldo Mondino – Parure – 1965
Ci presenta Opera Viva Barriera di Milano?
“Nato nel 2013 da un’idea dell’artista Alessandro Bulgini e con la curatela di Christian Caliandro dal 2016, il progetto si sviluppa attorno a un’idea precisa della relazione tra arte e spazio pubblico e della funzione di un’opera all’interno di un contesto e di una comunità urbana. Al Pala Alpitour, dall’1 al 4 novembre, saranno presenti sei manifesti di 6x3m che, un mese ciascuno, sono stati esposti nella rotonda torinese di Piazza Bottesini nel cuore di Barriera di Milano ed hanno accompagnato la vita dei passanti. Il fil rouge di Opera Viva Barriera di Milano 2018 è, come per la fiera, la diversità: diversità culturale, identitaria, interpretativa, ma anche diversità come ricchezza, ampiezza di sguardo, allargamento dell’orizzonte. Gli artisti che espongono sono Lucia Veronesi, Laboratorio Saccardi, Irene Pittatore, Virginia Zanetti, Francesca Sandroni, Alessandro Bulgini”.
Parliamo degli espositori?
“Molti confermano anno dopo anno e per noi è un onore vedere che il format è stato capito e piace. Abbiamo espositori internazionali, molti graditi ritorni e diverse nuove gallerie. Insomma: siamo pronte per questa nuova avventura”.
Intervista: Barbara Odetto
Ph: Move Graphics & Photography