Emanuele Rossetti – CEO di Makr Shakr, il primo bartender robotico al mondo

Emanuele Rossetti – CEO di Makr Shakr, il primo bartender robotico al mondo

Torino vanta alcune menti illuminate capaci di fare la differenza e di apportare innovazioni significative non solo per la città, ma a livello internazionale. Emanuele Rossetti è sicuramente una di queste. Dirigente conosciuto e apprezzato, ha una solida esperienza nello sviluppo, nella strutturazione e nell’esecuzione di grandi progetti sia per le organizzazioni pubbliche che per le società private. Qualche esempio? È stato capo del dipartimento Overlay per il Comitato organizzatore di Torino per i XX Giochi olimpici invernali, dal processo di offerta nel 2001 alla cerimonia di chiusura nel 2006, ed anche CEO di Nussli Italia dalla fondazione della società nel 2007 alla gestione di grandi progetti di costruzione per l’Universal Expo Milano nel 2015. Nel passato di questo ingegnere meccanico specializzato in robotica ci sono anche, tra gli altri, la partecipazione alla realizzazione dello Juventus Museum e una docenza al Politecnico di Torino, mentre il suo presente è caratterizzato da una nuova avventura come CEO di Makr Shakr, la società che ha creato il primo bartender robotico al mondo.

Ingegner Rossetti, quali sono le peculiarità della Makr Shakr Company?

“La start-up torinese è uno studio associato di ingegneria, architettura e design che vanta come socio il Professor Carlo Ratti, docente al Massachusetts Institute of Technology di Boston; questo ci consente di essere sempre vicino ad una delle più grandi fucine di innovazioni al mondo. Obbiettivo principale della nostra società è aumentare il potenziale delle persone attraverso nuove interazioni robotiche”.

Makr Shakr è anche il nome della vostra innovativa creazione: il bartender robotico. Quando è nata e come funziona?

“Nel 2014 Google invitò all’evento “Google I/O” il prof. Professor Ratti con il primo prototipo di Makr Shakr; di lì abbiamo iniziato questa avventura che ci sta regalando grandi soddisfazioni. Il cliente, grazie ad un’app installabile sugli smartphone, ordina cocktails tradizionali da menù oppure diventa bartender e si sbizzarrisce con gli ingredienti. Una volta scelti, li mixa, li shakera e serve i cocktail. I bracci robotici hanno diverse funzioni come tritare il ghiaccio, tagliare i limoni, strappare la menta, dispensare zucchero e sono in grado di miscelare e shakerare oltre 150 sostanze, creando decine di migliaia di possibili risultati, tutto ciò muovendosi proprio come braccia umane”.

Quanti esemplari ci sono nel mondo?

“Oltre a questo installato ai Murazzi per un periodo di test estivo, attualmente ne abbiamo installati otto sulle navi da crociera Royal Caribbean, uno all’interno del Miracle Mile Shops sulla Strip di Las Vegas e uno all’Hard Rock Hotel & Casino di Biloxi, in Mississippi. Possediamo anche un esemplare mobile, che noleggiamo per eventi e che ha già fatto il giro di quattro continenti”.

Progetti futuri?

“Stiamo lavorando su un robot in grado di preparare succhi, estratti e centrifugati e stiamo sviluppando il concept di un robot per cucinare. Oltre a ciò, abbiamo ideato una stampante da parete comandata da un’app che disegna e cancella creazioni dell’utente sui muri di casa propria”.

Quale rapporto c’è tra il capoluogo piemontese e l’innovazione?

“La nostra società fa parte di un tavolo composto da Assessorato all’innovazione, Italdesign e Mercedes per cercare di attrarre investitori nell’ambito dell’innovation. La Giunta cittadina è particolarmente sensibile a questo tema e sta elaborando un piano di testing con un unico interlocutore”.

Intervista: Barbara Odetto

Ph: Sandra Czubak

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