A un anno dall’inaugurazione delle Ogr incontriamo uno dei protagonisti di quello che è ormai considerato un successo made in Turin. Luca Boffa – responsabile dell’area food delle Officine Grandi Riparazioni, AD di Sofito, architetto e segretario di I.F.S.E (Italian Food Style Education) – è l’ideatore di Snodo e di un nuovo modo di concepire il cibo. Il locale esula infatti dai canoni tradizionali ai quali sono abituati i Torinesi ed è uno spazio polifunzionale di circa 2000 metri quadrati che propone diverse formule di ristorazione per un totale di 400 coperti. Dall’alba al tramonto è possibile scegliere tra la caffetteria Pausa caffè, il ristorante bistrot Ristoro, il cocktail bar Dopolavoro, il ristorante lounge Officina del Gusto e il social table di 25 metri che accoglie sino a 90 persone. Perché Snodo è un crocevia di idee, gusti, sperimentazione, cibo, arte, cultura e people.
Snodo unisce passato e futuro, ristorazione e design: come è nato il concept?
“La prima volta che abbiamo visto lo spazio alle Ogr abbiamo capito che dovevamo puntare su una proposta moderna, scenografica e dal taglio internazionale, capace di unire l’arte culinaria e l’architettura. La struttura della ex fabbrica del ‘900 si prestava ad un’interpretazione futuristica, ad una forma di innovazione che oggi è la tradizione stessa. Snodo non è un semplice ristorante, ma un luogo di ritrovo e di aggregazione nel quale è possibile mangiare, bere e rilassarsi dalle 7 del mattino alle 2 notte, 7 giorni su 7”.
Il nuovo passa anche dalla selezione del personale?
“Abbiamo creato un bando per i giovani che frequentavano l’I.F.S.E di Piobesi. Per 6 mesi 600 ragazzi hanno imparato a lavorare in una realtà di successo come Snodo e 70 di loro sono stati assunti. In un anno di attività le 5 aree food hanno accolto oltre 300.000 ospiti garantendo uno standard di eccellenza composto da cibo di qualità e connessione con la filiera enogastronomica piemontese, attenzione alla mise en place e personale qualificato”.
Il vostro cliente?
“Abbiamo una clientela trasversale composta dalle signore che vengono a fare colazione, dai giovani che scelgono il social table con il wifi per lavorare o studiare, da chi desidera prendere un aperitivo in un ambiente raffinato e informale sino alle famiglie e a chi non rinuncia al piacere di una cena unconventional. Siamo aperti 20 ore al giorno e, proprio come un tempo questa ex fabbrica di treni ha unito l’Italia, noi aggreghiamo persone, gusti e diversi modi di intendere il cibo. Il nostro è uno spazio vivo e sempre in divenire. Un luogo di passaggio. Uno snodo, appunto”.
L’innovazione secondo Luca Boffa
“Nel food significa insegnare il valore dell’alimentazione corretta. Per questo da Snodo i menù sono stagionali, vengono creati con il supporto di un nutrizionista e puntano sulla dieta mediterranea e sulla tradizione. Le aziende fornitrici, inoltre, hanno tutte la stessa filosofia: imparare dal passato, sfruttando le tecnologie”.
Ad un anno dall’inaugurazione, quali sono i progetti futuri?
“Intendiamo incrementare gli eventi con chef del calibro di Pino Cuttaia, che è stato nostro ospite di recente. Stiamo ipotizzando una serie di cene con chef diversi che propongano stili e idee differenti per far diventare Snodo un punto di ritrovo della cucina italiana. Inoltre vorremmo creare un banco alimentare in modo da promuovere le piccole eccellenze del territorio”.
Il futuro di Luca Boffa invece?
“Sono soddisfatto di quello che faccio. Ho 29 anni e lavoro da 10. Mi piacerebbe che l’Italia diventasse un Paese più snello dal punto di vista burocratico, per questo ho iscritto i miei figli alla scuola americana in modo da consentire loro di scegliere dove vivere in futuro”.
Intervista: Barbara Odetto
Ph: Per Luca Boffa – Barbara Oggero
Ph: Per Snodo – Piero Ottaviano